Trasporti e le regole covid-19 – Circumvesuviana
L’emergenza sanitaria provocata dalla pericolosità dei numerosi contagi da COVID-19, è stata la causa di inevitabili cambiamenti a garanzia della tutela della salute e del distanziamento sociale.
Per svolgere quelle che erano ritenute attività consuete, in società è necessario mantenere la distanza di sicurezza, indossare la mascherina e sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea all’ingresso di attività commerciali e luoghi comuni.
In relazione alle misure precauzionali anche gli spostamenti tramite i mezzi pubblici sono stati ridimensionati e regolamentati dall’allegato 14 del DPCM 17 maggio 2020.
Le misure cautelari dirette al contenimento del rischio contagio da COVID-19 sono state motivo di disagio, in particolare, per soggetti affetti dal disturbo dello spettro autistico.
L’autismo rientra tra le sindromi di alterazione globale dello sviluppo psicologico.
La comunicazione, l’interazione sociale e l’immaginazione rappresentano, generalmente, le tre aree maggiormente compromesse. Disturbo dell’umore, comportamenti ed attività stereotipate rappresentano ulteriori caratteristiche dell’autismo.
Viste le peculiarità di tale disturbo, molte sono le difficoltà che un soggetto autistico vive in relazione alle misure di contenimento espresse nei decreti regolamentari.
A Napoli, un bambino autistico di 7 anni per recarsi dal medico accompagnato dalla madre, in metropolitana è stato costretto a dover rispettare la fila senza diritto alla precedenza.
Quest’episodio denuncia la totale mancanza di buon senso nei confronti di un bambino autistico.
Concedergli la precedenza non avrebbe recato alcun danno al contesto, del quale, invece, non si può dire lo stesso, in quanto è stato imposto ad un bambino autistico di 7 anni un drastico cambiamento ed una costrizione che non ha potuto non rappresentare un vero e proprio disagio.
Erroneamente non viene considerato il malessere che genera l’introduzione di una drastica modifica delle abitudini in un soggetto autistico, per cui le restrizioni dovute al COVID-19 sono motivo di disagio. Il contesto sociale, fornendo il proprio supporto, dovrebbe contribuire al benessere personale di un soggetto in condizione di disabilità.
Al fine di contribuire positivamente nell’elaborazione e nel vissuto di tale periodo storico di un soggetto disabile, andrebbero associati buon senso e ragionevolezza alle normative cautelari previste.
Emma Saraiello